Un paio di sabati fa, precisamente il 12 luglio, sono andata a vedere una rappresentazione che ricordava la “Deportazione di Bisbee”. Non avevo mai sentito parlare di quell’evento, ma quanto ho letto nel sito web dello spettacolo mi ha decisamente convinta ad andarlo a vedere e, da “old geek” (tradurrei liberamente “vecchia secchioncella”) quale sono, mi ha anche invogliata a documentarmi sull’argomento.
Cerchero’ di riassumerlo brevemente.
Esattamente il 12 luglio 1917, a Bisbee (Arizona) circa 1300 minatori in sciopero, che si opponevano alle condizioni ingiuste a cui venivano sottoposti dai padroni della locale miniera di rame, insieme ad alcuni loro sostenitori e ad altri cittadini, semplici osservatori della manifestazione, vennero deportati a forza su un treno, che li trasportasse lontano dalla cittadina, e trattenuti per 16 ore nel deserto, senza cibo o acqua. Il gruppo di rapiti venne poi rilasciato in New Mexico, senza soldi o alcun mezzo di trasporto, e gli fu impedito con minacce di tornare a Bisbee. Successivamente fu istruita una serie di processi; la deportazione venne riconosciuta illegale e alcuni tra gli esecutori vennero arrestati. Nel 1920, pero’, il giudice Edward D. White dichiaro’ (con una maggioranza di 8 a 1) che nessuna legge avrebbe protetto la liberta’ di movimento e che tutelare i diritti dei cittadini sarebbe stata solo una funzione dello Stato. I deportatori accusati vennero, percio’, prosciolti e rilasciati. Da notare che i minatori in sciopero facevano parte dell’IWW (Industrial Workers of the World), movimento operaio statunitense, nato quando ai lavoratori, specialmente se immigrati, non era riconosciuto alcun diritto. Uno degli attivisti dell’IWW, conosciuti anche come Wobblies, fu Joe Hill. Di origine svedese, Hill divenne noto per aver scritto inni politici e poemi di satira. Dopo essersi spostato in varie citta’ americane, cercando di organizzare i lavoratori a nome dell’IWW, egli fu accusato ingiustamente di omicidio e condannato a morte. Il processo e la condanna di Hill suscitarono molte controversie e suoi sostenitori avanzarono l’ipotesi della manovra politica, volta ad eliminare un personaggio scomodo, considerato elemento di disturbo, in quanto membro attivo dell’IWW. Durante la mia full immersion nello studio della deportazione di Bisbee e degli eventi ad essa collegati, ho anche scoperto che Joan Baez e Billy Bragg hanno dedicato a Joe Hill ciascuno una canzone.
Questo video sul brano di Bragg mi sembra particolarmente carino:
Cerchero’ di riassumerlo brevemente.
Esattamente il 12 luglio 1917, a Bisbee (Arizona) circa 1300 minatori in sciopero, che si opponevano alle condizioni ingiuste a cui venivano sottoposti dai padroni della locale miniera di rame, insieme ad alcuni loro sostenitori e ad altri cittadini, semplici osservatori della manifestazione, vennero deportati a forza su un treno, che li trasportasse lontano dalla cittadina, e trattenuti per 16 ore nel deserto, senza cibo o acqua. Il gruppo di rapiti venne poi rilasciato in New Mexico, senza soldi o alcun mezzo di trasporto, e gli fu impedito con minacce di tornare a Bisbee. Successivamente fu istruita una serie di processi; la deportazione venne riconosciuta illegale e alcuni tra gli esecutori vennero arrestati. Nel 1920, pero’, il giudice Edward D. White dichiaro’ (con una maggioranza di 8 a 1) che nessuna legge avrebbe protetto la liberta’ di movimento e che tutelare i diritti dei cittadini sarebbe stata solo una funzione dello Stato. I deportatori accusati vennero, percio’, prosciolti e rilasciati. Da notare che i minatori in sciopero facevano parte dell’IWW (Industrial Workers of the World), movimento operaio statunitense, nato quando ai lavoratori, specialmente se immigrati, non era riconosciuto alcun diritto. Uno degli attivisti dell’IWW, conosciuti anche come Wobblies, fu Joe Hill. Di origine svedese, Hill divenne noto per aver scritto inni politici e poemi di satira. Dopo essersi spostato in varie citta’ americane, cercando di organizzare i lavoratori a nome dell’IWW, egli fu accusato ingiustamente di omicidio e condannato a morte. Il processo e la condanna di Hill suscitarono molte controversie e suoi sostenitori avanzarono l’ipotesi della manovra politica, volta ad eliminare un personaggio scomodo, considerato elemento di disturbo, in quanto membro attivo dell’IWW. Durante la mia full immersion nello studio della deportazione di Bisbee e degli eventi ad essa collegati, ho anche scoperto che Joan Baez e Billy Bragg hanno dedicato a Joe Hill ciascuno una canzone.
Questo video sul brano di Bragg mi sembra particolarmente carino:
2 commenti:
La morale sarebbe che dalla tanto decantata libertà di movimento c'è sempre qualcuno che rimane scottato e senza sedia?
A questo non avevo pensato...e poi nella loro storia quel qualcuno finisce sul palcoscenico con gli artisti...in teoria, in una situazione migliore rispetto agli altri che restano seduti.
E comunque, credo che la morale della favola fosse che l'importante e' muoversi e farlo con piacere.
Suppongo fosse incluso anche muoversi in direzione dell'uscita ;)
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