domenica 26 aprile 2009

Il concerto della Liberazione a Parma

Ieri era il 25 aprile e io ero a Parma.
Parma e' stata liberata dall'occupazione nazi-fascista il 26 aprile 1945, ma ieri ha festeggiato la Liberazione come il resto dell'Italia.
Io non stavo tanto bene e così sono rimasta a casa per tutto il giorno. La sera, però, malgrado i malanni, sono voluta andare a vedere il Concerto della Liberazione in piazza Garibaldi. Là ho incontrato un amico, G., il quale mi ha raccontato un fatto che gli è appena capitato. Lui è della Costa D’Avorio, ma vive a Parma da nove anni. G. ha ottenuto un regolare permesso di soggiorno, che però non gli è ancora stato recapitato. Quindi temporaneamente possiede un documento sostitutivo che certifica la sua regolarità nel nostro paese. Ho pensato ad una specie di foglio rosa, quello che danno ai neo-patentati finché non gli arriva la patente. Bene, per le vacanze di Pasqua G. parte per un viaggio in macchina in direzione di Parigi con un suo amico, anche egli regolare ma con foglio sostitutivo. I due vengono fermati poco dopo aver superato la frontiera con la Francia. La polizia gli comunica che i loro documenti non gli consentono di lasciare l’Italia...in seguito ad una legge uscita un mese prima. Loro dicono di aver controllato a febbraio la validità del documento ai fini del viaggio e di non sapere nulla della nuova legge. La polizia verifica la loro situazione legale. Tutto in regola...fino a questo ultimo reato involontario. G. e il suo amico non vengono fatti rientrare in Italia, come verrebbe naturale supporre. No, la procedura prevede che loro passino la notte della vigilia di Pasqua in prigione e che siano rilasciati solo l’indomani...con tanto di Buona Pasqua!!! Per un errore ingenuo i due ragazzi, trattati come clandestini in fuga, sono rientrati in Italia con una complicazione aggiunta alla loro condizione già precaria.
Il racconto del mio amico mi ha rattristato parecchio. Questo sarebbe un mondo liberato? Non secondo me. Piuttosto “RESISTENZA” mi pare un concetto tornato ad essere di estrema attualità.
Il concerto, però, è stato bello. Piazza Garibaldi era gremita. Un energetico Capossela ha cantato, ballato e letto poesie. E non era solo. Anzi, era in ottima compagnia. Lo hanno interrotto un monologo di Neri Marcorè e uno di Alessandro Bergonzoni (entrambi decisamente brillanti). Poi è entrato sul palco con la sua sedia, un berretto rosso e la barba importante, il cantastorie anarchico Enzo Del Re, che ha cantato per un tempo abbastanza lungo...e soprattutto con lentezza. Parte della folla mi è sembrata sorpresa e forse anche delusa dalla presenza di Del Re. Dopotutto loro erano lì per Capossela. Non erano soli, però, c’erano pure gli altri. Quelli che sapevano chi fosse Del Re e che lo hanno applaudito con vigore.
Poi un’altra bella sorpresa. I Fiati Sprecati, una banda popolare di strada. Quanto mi piacciono queste “marching bands”. A Baltimora ne avevo vista una, la Rude Mechanical Orchestra, che si era esibita in una radura sotto un ponte della città. Il loro concerto lo avevano concluso suonando Bella Ciao e io ero al settimo cielo...per ovvi motivi. Ieri sera anche i Fiati Sprecati hanno chiuso la loro esibizione con Bella Ciao. In questo caso non ero altrettanto stupita come per via della Rude Mechanical Orchestra, ma l’energia del momento mi ha comunque caricata incredibilmente.
Dopo i Fiati è tornato Vinicio. Lui ha concluso il concerto con “All’una e trentacinque circa”, aiutato da Marcorè. I miei vicini di piazza questa volta non hanno cantato. Forse non conoscevano i pezzi più vecchi di Capossela. Io sì, l'ho fatto...
Poi gli artisti sono usciti dal palco. Allora applausi, grida e fischi della folla per richiamarli. Sono tornati. Ancora due pezzi, prima di salutare tutti. Brani altrui. “La città vecchia” di De André e “Povera patria” di Battiato.
...non cambierà, no cambierà, forse cambierà, sì che cambierà, vedrai che cambierà...
Speriamo. E in meglio.

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