sabato 23 agosto 2008

Lo slargo di Rolling road, le sorprese e...Sandor

Oggi pomeriggio sono andata a spedire i documenti per fare domanda per il lavoro a Parma. Ero nervosa perche’ in ritardo notevole. Come sempre, del resto. Sono andata da FedEx, non essendo neanche sicura che quel negozio in particolare facesse spedizioni internazionali. Avrei potuto verificarlo prima, ma per qualche perverso meccanismo, mi riduco sempre all’ultimo minuto, specialmente in situazioni importanti.
Il negozio FedEx dove sono andata oggi lo associo al ragazzo che ho frequentato negli ultimi mesi. Una domenica mattina io ero appena uscita dallo Starbucks adiacente e lui era appena uscito da FedEx. Mi ha fermata, abbiamo iniziato a parlare e alla fine della conversazione ci eravamo scambiati le email. Da quella volta ci siamo frequentati per un po’ di tempo. Nulla di strano. Anzi, assolutamente normale. Le persone qui si incontrano in questo modo. I ritmi di vita sono talmente serrati e ciascuno e’ cosi’ assorbito dalla propria lista di cose da fare (la famosa “schedule”) che non rimane tempo per conoscere persone nuove. Risultato: le amicizie si fanno al lavoro o nell’ambito di attivita’ extra-lavorative o letteralmente al supermercato...oppure nei parcheggi, come nel mio caso. Da noi suonerebbe magari un po’ squallido, ma qua non lo e’ di certo. It’s just the way it is. Dinamiche differenti.
Dopo quell’evento inaspettato, per me la FedEx di Rolling road ha un valore speciale. Il ragazzo con cui sono stata non c’entra per nulla in tutto cio’. Non lui in particolare, almeno. Quella zona ormai la associo al concetto di sorpresa, di accadimento inatteso portatore di energia nuova.
L’aver concluso l’impresa della spedizione dei documenti via FedEx mi ha decisamente risollevata dall'ansia del -e adesso se non ce la faccio?-. Cosi’ ho deciso di concedermi un “unsweetened green iced tea” e sono entrata da Starbucks.
Una volta acquistato il te', mi sono seduta ad un tavolino, sotto il portico all’aperto. C’e’ da dire che la visuale li’ e’ piuttosto terribile. Un prato all’inglese separa la caffetteria da uno stradone a tre corsie, generalmente molto trafficato, oltre il quale, a quell’altezza, si trova il Double T, un tipico diner di periferia.
All’inizio quel genere di scenario mi deprimeva profondamente. Ora, che mi sono abituata ai paesaggi urbani e suburbani di Baltimora, sedere di tanto in tanto davanti allo Starbucks di Rolling road ha su di me un effetto rilassante.
Mentre sorseggiavo il mio te’ verde totalmente immersa nel momento, ho visto arrivare un ragazzo con uno splendido cucciolo di cane al guinzaglio. Il ragazzo sembrava ubbidire totalmente ai desideri del piccolo amico, il quale ha deciso (opportunamente) di stazionare sulla parte di prato vicina a me. Abbiamo iniziato a parlare; io e il tipo (di nome Dan), io al cane. Ho scoperto che il piccoletto si chiamava Sandor e che aveva appena undici settimane. Sembrava un po’ intontito, come se ogni pochi minuti avesse bisogno di sedersi e riposare. Dan mi ha spiegato che proprio ieri gli aveva fatto un qualche vaccino. Io e Sandor siamo diventati subito amici. Abbiamo interagito in modo buffo e secondo un andamento ciclico, probabilmente a causa dell’effetto stordente del vaccino. Si trattava in pratica di giocare un po’, poi lui si riposava, rimanendo sempre vicino a me, e magari si faceva fare qualche coccola. Dopodiche' si ricominciava da capo.
Ad un certo punto, il ragazzo mi ha chiesto se poteva lasciarmi il cucciolo per un paio di minuti mentre lui entrava nella caffetteria a consumare. A me, ovviamente, non e’ parso vero. Sandor sembrava contentissimo di essere rimasto in mia compagnia, tanto che persino i suoi ritmi di gioco si sono un po’ movimentati. Poi pero’ ha dovuto fare di nuovo una pausa e allora io ne ho approfittato per scattargli delle foto.
A quel punto Dan e’ uscito da Starbucks e io ho deciso che era ormai tempo di andar via. Ci siamo salutati, lui mi ha ringraziata e Sandor continuava a fissarmi con lo sguardo piu’ dolce del mondo.
Camminando verso la mia macchina, con un umore piuttosto sereno, ho pensato a quanto era successo. Lo slargo di Rolling road mi aveva regalato di nuovo una piacevole sorpresa.
Ora, pero’, il mio ritorno in Italia sembra essere nell’aria.
Signore e signori, questo e’ Sandor...




2 commenti:

zambrius ha detto...

E poi? E Poi? Sandor... Dan? Ancora, ancora!
P.S. Non tornare, ti prego, non tornare in questo paese!

Barbara ha detto...

Oddio davvero quant'è cocco.
E onestamente mi associo a giovanni, qui non è tanto bello. Ma forse dopo 4 anni hai bisogno di ricambiare aria. Poi dobbiamo fare il rimpatriatone, già.